Flavia Pini, Chiara Nachemann e Linda Santini sono le settime testimonial del 2023
Ho conosciuto Linda, Flavia e Chiara su IG grazie a Katia Rezzonico, logopedista che opera in Svizzera ed è specializzata in autismo attraverso il suo metodo iuki.
SONO GRATA A LINDA, FLAVIA e CHIARA di avere accolto il mio invito perchè per me rappresentano uno splendido esempio di SOLIDARIETA’ FEMMINILE. Non solo hanno un proprio percorso individuale segnato dalla responsabilità verso figli autistici ma sono anche la prima realtà di mamme del mondo autistico che grazie ai social genera un progetto di accompagnamento genitoriale di largo respiro.
Linda, Flavia e Chiara sono infatti le IDEATRICI della Community di THE SHAPE OF AUTISM e di un progetto di TURISMO INCLUSIVO finalizzato a rendere strutture, servizi, luoghi ed esperienze accessibili e fruibili alle persone con disabilità cognitive, sensoriali ed emotive e promuovere una cultura dell’accoglienza.
Anche a Linda, Flavia e Chiara ho posto le domande ispirate ai percorsi educativi che seguo con Kristel Sundari perchè ritengo che le loro storie personali e familiari siano un grande insegnamento, conforto ed incoraggiamento per tutti noi, sia genitori con figli autistici che non.
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LINDA SANTINI, MAMMA DI Jurij 9 anni (nello spettro autistico) e Lennj 8 anni
1) La dott.ssa Maria Montessori ha lasciato all’Umanità un Metodo educativo il cui motto principale è “AIUTAMI A FARE DA ME” e vede il bambino come persona completa, il cui destino è costruire una società nuova e improntata alla pace. Alla luce della Tua situazione personale con un figlio autistico, come valuti questo motto? Ritieni che sia importante anche per gli adulti?
Oggi accanto a loro ci siamo noi: siamo loro vicini per sostenerli e aiutarli ma per il loro benessere futuro, dobbiamo cercare di renderli il più indipendenti possibile. Non dobbiamo mai dare per scontato che tanto avranno sempre qualcuno vicino pronto a dargli una mano, purtroppo non sempre è così.
Contare su se stessi è basilare per la loro crescita; riuscire a raggiungere un obiettivo autonomamente comporterà una soddisfazione personale immensa che sarà da stimolo per continuare a lavorare sempre di più. Passo dopo passo, quella strada che è sempre sembrata in salita, finalmente sarà meno dura da percorrere. Quale che sia l’autonomia da raggiungere dobbiamo ricordarci di non farla sembrare ai bambini, più difficile di quello che sembra ma anzi, spronarli con il sorriso renderà tutto più leggero da affrontare.
Dimostrargli (se possibile) visivamente come si svolgono determinate azioni o situazioni aggiungendo poi alla parte pratica la spiegazione verbalizzata e avvalendosi ulteriormente della CAA.
La stessa importanza al “motto”, deve essere appresa e sostenuta anche dal genitore di un bambino con disturbo dello spettro e credo (ma ovviamente non posso darlo per pensiero certo) anche dallo stesso adulto autistico. Contare sulle proprie forze è essenziale perché farà sì che il bambino di oggi, sia domani, un adulto capace di pensare al meglio delle proprie capacità.
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FLAVIA PINI mamma di Rebecca 13 anni Thomas 11 anni (nello spettro autistico)
Il pedagogista Loris Malaguzzi ha insegnato che il bambino è dotato di CENTO LINGUAGGI, ossia plurimi accessi alla realtà e al mondo: per questo motivo egli deve essere messo nelle condizioni di attivare contemporaneamente più modalità espressive, esercitando contestualmente le mani, il pensiero e le emozioni. Quanto per Te è importante saper coltivare, incentivare e valorizzare le proprie abilità e la forza interiore fin dalla più tenera età? In questa ottica ritieni che l’autismo in un bambino sia di ostacolo o in sintonia con questa visione?
I nostri bambini autistici non verbali sono proprio questo: motori di linguaggi alternativi, promotori di emozioni tangibili che si palesano attraverso il linguaggio corporeo. Loro riescono ad esprimersi in modi che non tutte le menti riescono a comprendere. Le loro mani sono il fulcro della loro espressività libera, senza confini e senza regole. Con le mani affrontano conversazioni con noi, che per i più sono incomprensibili. I loro sguardi sono più eloquenti di mille parole. I loro corpi nello spazio sono dialoghi con il mondo circostante. Ci vogliono occhi e menti pronte ad accogliere queste capacità comunicative atipiche, se guardiamo alla maggioranza come tipica. Ma se si riesce ad entrare in sintonia con il loro modo di esprimersi, libero da vincoli, si scopre un mondo meraviglioso, privo di malizie e sincero. I loro pensieri si disvelano ai nostri occhi grazie ai loro movimenti, i quali sono espressione dei loro sentimenti.
E’ importantissimo lasciare questo tipo di libertà ai bambini, in generale, a tutti i bambini. Corpo e mente non devono avere vincoli, più si lascia la possibilità di esprimersi più saranno felici e partecipi. In questo senso no, l’autismo dei nostri figli non è un ostacolo alla libertà di espressione, tutt’altro.
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CHIARA, MAMMA DI Riccardo 9 anni (nell spettro autistico) e Federico 4 anni
Il Prof. Howard Gardner propone il superamento della vecchia concezione d’intelligenza come fattore misurabile tramite il Q.I. (quoziente di intelligenza) descrivendo il bambino come portatore non di un’unica intelligenza ma di DIVERSE INTELLIGENZE (linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporea-cinestetica, intrapersonale, interpersonale, naturalistica, spirituale) ovvero numerose strade/opportunità per raggiungere un obiettivo. Sul profilo IG @theshapeofautism, insieme alle altre tue due mamme amiche promuovi l’inclusività, condividi la vita quotidiana, i viaggi, la crescita del tuo bambino nello spettro autistico e disabilità cognitiva: secondo te quanto è importante e come si fa ad allenarsi alla fiducia in se stessi, all’equilibrio psicologico e alla serenità interiori quando hai un figlio con qualche difficoltà di sviluppo che sembrerebbe limitare la Tua/sua/vostra come famiglia, vita? La condizione di Tuo figlio Ti ha aiutata a scoprire e attuare diverse o nuove intelligenze che magari non avresti mai usato? O a renderti conto che, nonostante l’autismo, Tuo figlio possiede altre abilità e intelligenze, fuori dalla norma?
Trovare un proprio equilibrio psicologico ma anche emotivo è fondamentale per trovare un certa armonia nella vita e nella famiglia e posso affermare con certezza che è un’azione quotidiana che richiede grande allenamento. Ci vuole tempo, e spesso l’aiuto di professionisti, per elaborare sensazioni e dare nomi e saper riconoscere nuove emozioni quando ci si trova a vivere una disabilità in famiglia. C’è un percorso per arrivare ad una certa serenità.
Senza dubbio la disabilità di mio figlio mi ha aperto gli occhi come essere umano nei confronti del mondo. Ho imparato a porre maggiore attenzione nei confronti delle espressioni delle persone, nella mimica gestuale, negli sguardi e nelle micro espressioni oltre che a fare una molta attenzione alle parole. Mi sono scoperta una abile osservatrice di relazioni e di storie altrui, a pensare e costruire vicende dietro a parole e comportamenti.
Sì, probabilmente possiamo chiamarle nuove intelligenze. È certo che posso affermare che mio figlio, in quanto autistico non verbale, elabori la realtà che vive in maniera diversa dalle persone neurotipiche e che sappia cogliere aspetti del mondo in maniera più attenta e con sensibilità e abilità maggiore rispetto agli altri.
Come donne, mogli e mamme di bambini nello spettro autistico avete un consiglio che volete regalare ad una bimba di 5 anni e mezzo per il suo futuro?
In un mondo veloce, che non si sofferma sui dettagli, scegli di essere accogliente e gentile verso tutte quelle realtà che non rispecchiano la tua o che apparentemente non comprendi. Facendo un passo ed accogliendo la diversità del mondo, farai sempre la differenza
Trovi CHIARA, FLAVIA E LINDA via social qui
- Chiara @iopensoinclusivo
- Flavia @flavia.pini.1
- Linda @santini.linda
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RINGRAZIO di CUORE LINDA, FLAVIA E CHIARA per le loro bellissime testimonianze individuali e per la loro straordinaria testimonianza di amicizia e sorellanza e invito tutte le mamme e papà e le famiglie a conoscere e supportare THE SHAPE OF AUTISM
Thinking Aut of the box