DONNA SILVIA è L’OTTAVA TESTIMONIAL del 2023
Psicologa iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia (n°19723), Tutor dell’Apprendimento certificata, Insegnante di Tecniche di Rilassamento, Consulente di Psiconcologia e di Sessuologia Femminile (S.I.S.E.S.).
Ho conosciuto la dottoressa Mimmotti grazie al Summit di Educazione Positiva ideato da Clio Franconi di @parentsmileandgrow e la sua voce pacata ed il suo tono garbato e gentile mi hanno subito affascinata.
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“Chi non comprende il tuo silenzio,
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probabilmente non comprenderò neppure le tue parole”
Ho sempre avuto l’idea della psicologa come una persona un pò fredda e distaccata, che ascolta il paziente mentre lo osserva dall’alto verso il basso e la dott.ssa Silvia mi ha fatto ricredere totalmente: non solo è per me un piacere ascoltarla durante le live del mio progetto EDU-CREATIVE CHANNEL ma grazie a lei sto approfondendo numerosi aspetti dello sviluppo dei bambini, della genitorialità, della crescita personale e di coppia, della comunicazione non violenta oltre che capire meglio come uno psicologo può approcciarsi nella relazione di aiuto in modo rispettoso, accogliente ed empatico.
Anche alla dott.ssa Silvia ho posto le domande ispirate ai percorsi educativi che seguo con Kristel Sundari perchè sono convinta, come affermò la dott.ssa Montessori, che l’“educazione non è un momento isolato dell’esistenza … bensì essa deve essere un concreto aiuto alla Vita in tutte le sue espressioni” .
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La dott.ssa Maria Montessori ha lasciato all’Umanità un Metodo educativo il cui motto principale è “AIUTAMI A FARE DA ME” e vede il bambino come persona completa, il cui destino è costruire una società nuova e improntata alla pace. Ritieni che questo motto sia importante anche per chi è già adulto? Perchè?
A Maria Montessori si riferisce spesso la frase che a lei disse un suo nipotino “Aiutami a fare da me”. Essa contiene una grande verità. Quando l’adulto fa una cosa che potrebbe fare il bambino, lo fa sentire incapace e non contribuisce ad alimentare la fiducia in se stesso. Il lavoro delle mani dei bambini, prezioso strumento della mente, viene spesso ridotto e prevenuto. Imparare richiede tempo e chi insegna deve avere pazienza.
L’esperienza educativa con l’apertura della prima casa dei bambini a Roma nel quartiere di San Lorenzo (1907) convince Maria Montessori che è importante collocare un bambino in un ambiente adatto, ricco delle giuste stimolazioni, per far si che egli riveli la sua autentica natura e cioè una energia vitale e creativa straordinaria e delle potenzialità di sviluppo inaspettate. Al bambino, tutto gioco ed immaginazione, imprevedibile nei suoi comportamenti, si affianca un bambino che sa anche concentrarsi, è disciplinato, calmo ed impegnato nel suo lavoro.
Compito dell’adulto è parlare chiaro, dando spiegazioni semplici e relative all’età, essere di buon esempio, proteggere indicando come fare e lasciare poi che il bambino scelga e faccia come meglio può, senza sostituirsi a lui. Se l’adulto insegna tutto questo con un materiale e uno spazio organizzati, senza imposizioni o esagerazioni, permette al bambino di sviluppare ordine nella sua mente e di farlo in maniera naturale favorendogli la conquista dell’indipendenza. Diventare indipendente significa non dipendere dagli altri per le cose che si sanno e si possono fare da soli ed è questo il primo scalino per conquistare l’autonomia che permette di vivere con proattività (cioè organizzarsi preventivando i possibili ostacoli e riflettendo su come poterli superare) e motivazione anche le esperienze nuove o più complesse.
Il metodo educativo di Maria Montessori lasciato all’umanità e di cui spesso ricorre l’espressione sopracitata “aiutami a fare da solo” è una proposta validissima anche oggi e anche per l’adulto. L’essere umano avrebbe la capacità di apprendere finchè ha vita, non smette di farlo una volta adulto (sebbene il periodo di maggiore plasticità neuronale sia dall’infanzia all’adolescenza). Quindi, permettere all’adulto di “fare da solo” in ogni settore formativo, lavorativo e ricreativo, avere fiducia nelle sue potenzialità, incentiva la sua parte creativa (essa stessa forma di intelligenza), lo stimola e motiva ad occuparsi di sè e del suo benessere, incrementa la sua autostima e il suo senso di efficacia, ritarda l’invecchiamento cerebrale.
A questo proposito, auspico che si investa sempre più su questo aspetto ancor più per valorizzare una società, come quella attuale, caratterizzata da un costante calo delle nascite e un progressivo invecchiamento della popolazione.
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Il pedagogista Loris Malaguzzi ha insegnato che il bambino è dotato di CENTO LINGUAGGI, ossia plurimi accessi alla realtà e al mondo: per questo motivo egli deve essere messo nelle condizioni di attivare contemporaneamente più modalità espressive, esercitando contestualmente le mani, il pensiero e le emozioni.
Da psicologa ti occupi di benessere psicologico, educazione affettiva e sessuale e di difficoltà/disturbi dell’apprendimento, rivolgendoti ad ogni fascia di età (adolescenti, adulti, famiglie): secondo Te, quanto è importante che i genitori siano di esempio per i propri figli? Quanto è importante saper coltivare, incentivare e valorizzare le proprie abilità e la forza interiore fin dalla più tenera età? In che modalità?
Solitamente, i genitori sono le prime persone con cui il bambino entra in contatto, le prime a gettare le basi di quella che sarà l’impalcatura del piccolo ossia le fondamenta che porterà con sè per sempre. Le interazioni tra i genitori e figli influenzano in maniera permanente il sistema nervoso e la salute emotiva di questi ultimi. Quindi il loro lavoro e il loro modello non può che essere essenziale per la crescita del bambino.
Ma questo non deve spaventare i genitori, anzi! E’ una bella sfida ma anche un grande onore poter accompagnare nella sua crescita un bambino.
Per le pressioni sociali e i falsi modelli culturali di “mamme e papà super performanti”, molti adulti arrivano da me con mille timori e alla perenne ricerca del “manuale d’istruzione” o della “strategia miracolosa” per essere dei “bravi genitori”. Si dimenticano così delle risorse che possiedono e dell’unica cosa che servirebbe veramente ai figli: che ci siano, non h24 ma che, quando lo fanno, lo facciano in maniera totale e sincera.
Dal genitore vorrebbero l’esempio migliore a lui possibile, in quel preciso momento, e non il migliore in senso assoluto. Non a caso, lo psichiatra e psicoanalista Winnicott parlava di genitore “sufficientemente buono“, non di “genitore perfetto”.
Aggiungo poi che un genitore può sbagliare. La cosa importante è che, nel momento in cui si rende conto di aver avuto delle mancanze nei confronti dei figli (per i più disparati motivi), si perdoni e chieda scusa. Anche in questo modo può insegnare al bambino che cosa significa amare, amarsi e quanto sia bello essere amato.
Mi rivolgo direttamente ai genitori. Oltre l’esempio e la vostra presenza sincera, è importante coltivare e valorizzare le abilità e la forza interiore dei figli, sin dall’infanzia.
Ma come fare?, vi starete chiedendo. Osservando i vostri figli per comprendere le risorse che possiedono e cogliere le sfumature del loro essere. Mettendovi in ascolto attivo, cioè disponibile al confronto e accogliente. Permettendogli di sbagliare e di mettersi in discussione, ricercando magari insieme soluzioni. Facendo sperimentare loro cose nuove, provando modalità espressive differenti perchè, come detto da Malaguzzi rispetto ai CENTO LINGUAGGI, possano trovare la loro modalità elettiva. E’ inoltre importante lasciarli liberi di esprimersi ed essere, accettandoli e accompagnandoli nella costruzione delle loro abilità.
Non imponete e non forzate quelle preconfezionate solo perchè “gli altri sono/fanno così”, “abbiate insomma il coraggio di credere nei vostri figli”, come ripete anche lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet in un video diventato virale sui social. La fiducia verso i bambini alimenta la loro autostima e autoefficacia, elementi fondamentali del benessere e della crescita personale.
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Il Prof. Howard Gardner propone il superamento della vecchia concezione di intelligenza come fattore misurabile tramite il Q.I. (quoziente di intelligenza) descrivendo il bambino come portatore non di un’unica intelligenza ma di DIVERSE INTELLIGENZE (linguistica, musicale,logico-matematica, spaziale, corporea-cinestetica, intrapersonale,interpersonale, naturalistica, spirituale) ovvero numerose strade/opportunità per raggiungere un obiettivo. Sei anche Consulente di Psiconcologia e di Sessuologia femminile e credi e operi nell’ottica del “prendersi cura´ contrapposta a quella del “curare´: in base al Tuo percorso umano e alla Tua esperienza professionale, esistono delle intelligenze in qualche modo “attivate” dalla malattia? E quanto è importante e come si fa ad allenare un figlio/un bambino alla felicità?
Il mio lavoro di Psicologa e Consulente di Psiconcologia mi permette di confrontarmi spesso con la sofferenza, sia fisica che mentale, mi dà modo di lavorare molto su me stessa e di comprendere uno dei ruoli importanti della malattia. Ho capito che, quando la malattia arriva e si manifesta con tutti i suoi sintomi, se utilizzata al meglio, può essere un’importante occasione per fermarci e impegnare il tempo per prenderci cura di noi stessi.
Se non ci sono alterazioni particolari nella persona che la ospita (es psicopatologie), la malattia – dopo un primo momento di paura, confusione, rabbia e a volte negazione – ci richiede di attingere alle nostre potenzialità e strategie per farvi fronte.
Nei percorsi di accompagnamento, ho notato che ognuno lascia emergere “la sua personale intelligenza”. La piùfrequente credo sia quella resiliente, se vogliamo chiamarla “intelligenza”. Qui parlo di ‘resilienza’ come capacità di comprendere ed elaborare il messaggio (che varia da persona a persona) che un certo sintomo e una certa sofferenza portano e la conseguente riorganizzazione della propria vita intorno ad un nuovo equilibrio psicofisico, migliorato dalla malattia stessa. Questa della resilienza q una grande capacità dell’essere umano che può concorrere alla costruzione e ricostruzione del proprio benessere.
Rispondendo alla seconda parte della domanda: la felicità, come ogni altra emozione, è importante. Essa, al pari del benessere e della malattia, fa parte delle “narrazioni soggettive” di ogni persona e varia in base all’età e alle differenze individuali, sociali, culturali, economiche, relazionali, cognitive che la influenzano.
Come ricorda lo psicologo Csikszentmihalvi, “per costruire una vita felice non servono ricette prestabilite” . La felicità è un percorso, non tanto una meta e ciascuno di noi ha i suoi personalissimi passi da compiere per vivere la sua idea di felicità.
Ci sono degli aspetti fondamentali e basilari, validi più o meno per tutti, che potrebbero aiutare ad allenare alla felicità. Ad esempio, insegnare sin dalla tenera età, ad ascoltare e far dialogare tra loro: corpo, mente (che non è il semplice cervello, che è un organo, ma tutto l’insieme dei suoi prodotti ossia i pensieri, le emozioni, i piaceri, le consapevolezze, i progetti, le fantasie, i sogni, le motivazioni, ecc), psiche e spirito. E’ bene aiutare i bambini a chiedersi, in ogni momento, come stanno, quali pensieri hanno e di che cosa hanno bisogno: emozioni, cognizioni e bisogni sono le basi del nostro agire. Uno strumento utile a questo scopo, può essere l’insegnamento e l’utilizzo della Comunicazione Non Violenta (CNV di Rosenberg). Durante le varie formazioni che ho tenuto ho potuto vedere come gli elementi di cui si compone, ossia l‘Osservazione senza giudizio, l’Ascolto di se stessi e degli altri e la Formulazione della richiesta siano alla base di ogni relazione positiva, empatica e sincera con se stessi e con gli altri.
Il potenziamento delle varie forme di intelligenza riportate da Gardner e dell’Intelligenza Emotiva (IE, i cui autori principali sono Goleman e Gottman) sono essenziali per una vita serena e soddisfacente.
Spendo due parole in piùsull’IE perchè, da Psicologa e Consulente di Educazione Emotiva, so quanto sia importante e, ahimè, quanto ancora si investa poco sudi essa. Comprende: l’autoconsapevolezza, la capacità di identificare esprimere e controllare i sentimenti e le emozioni, di frenare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di controllare la tensione e l’ansia, di migliorare le decisioni emotive valutando le azioni alternative e le relative conseguenze, di decifrare i segnali sociali, di ascoltare, di resistere alle influenze negative, di mettersi dal punto di vista dell’altro e di capire quale comportamento sia accettabile in una situazione.
Personalmente, mi è di grande aiuto per vivere con serenità e pienezza il mio “qui ed ora”. conoscere e praticare la Mindfulness (presenza consapevole). Introdurla sin da bambini nella quotidianità ha importanti ricadute positive: sul benessere, sulla gestione delle situazioni stressanti, sulla consapevolezza, sulla gratitudine, sul rispetto, sulla gentilezza e sulla capacità di connessione e condivisione. Numerosi studi e ricerche dimostrano gli effetti
benefici della pratica quotidiana della Mindfulness che ha ricadute sulle capacità cognitive (migliora l’efficienza cognitiva, la capacità di concentrazione, riduzione dei tempi di risposta), psichiche (abbassamento dei livelli di cortisolo che è l’ormone dello stress, maggiore comprensione di sè e degli altri, innalzamento dei livelli di soddisfazione personale), sociali e fisiche
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Come donna, psicologa, Tutor dell’Apprendimento, Insegnante di Tecniche di Rilassamento, Consulente di Psiconcologia e di Sessuologia femminile hai un consiglio che vuoi regalare ad una bimba di 5 anni per il suo futuro?
Ad una bambina di 5 direi: pensati fiore.
Che cosa fai ad un fiore che ti piace tanto? Lo ammiri, ne osservi ogni dettaglio, noti la bellezza come le sue fragilità, te ne prendi cura giorno dopo giorno, attendi con impazienza che fiorisca, lo rispetti e lo apprezzi per le sue qualità, lo proteggi dalle intemperie. Ecco, questo potrebbe essere il dono più grande che potresti fare a te stessa oggi e domani.
Alla ragazzina, alla giovane e alla donna che diventerà direi: abbi cura di te, abbi cura di splendere, a tuo modo, ogni giorno.
Vivi con pienezza, sii curiosa e consapevole, sorridi piangi e annoiati quando ne senti il bisogno, poniti in ascolto del tuo essere e di chi ti sta intorno, abbi fiducia in te stessa e nelle tue potenzialità, rimani connessa agli altri (nessuno di noi vive bene isolato), sii amica delle donne come degli uomini, proteggiti da chi non ti ama, sostieni e combatti per ciò in cui credi, mordi la vita perchè “ogni istante che riempiamo di noi diventa, in un certo senso, eterno” (Giulietta Bandiera)
TROVI DOTT.SSA SILVIA MIMMOTTI VIA SOCIAL QUI
www.psicologasilviamimmotti.it
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GRAZIE DI CUORE CARA DOTT.SSA SILVIA PER L’EMPATIA e L’ACCOGLIENZA CHE TRASMETTI OFFRENDO IL TUO ASCOLTO, LA TUA SENSIBILITA’ E LA TUA ESPERIENZA SAGGIA E CONSAPEVOLE A SERVIZIO E SOSTEGNO DI GENITORI, BAMBINI E PERSONE MALATE E IN DIFFICOLTA’
“Non è il vento che fa volare i palloncini
è quello che hanno dentro.
Come succede alle persone”